E la follia del forno acceso, beh,
quella non me leva nemmeno il caldo africano.
E da brava massaia toscana d'una volta
ho sfornato per un paio d'ore... caldo più, caldo meno!
La mia nonna metteva il pane e i dolci tiepidi nella madia.
Si conservavano a lungo, senza seccarsi né irrancidirsi.
La sua madia ora è casa mia, è una mobile verde,
un po' shabby, destinato ad altri usi,
ma ancora mi parla di un mondo lontano
ma ancora mi parla di un mondo lontano
che mi sarebbe tanto piaciuto vivere.
E mi racconta ancora di lei, del suo modo raffinato
di confezionare il cibo, del suo vecchio Artusi finito chissà dove.
Ricordi di un mondo bambino che
profumano di vaniglia e marmellata.
che bello Silvia, riesci ad essere sempre così meravigliosamente soave! neanche io resisto senza forno, ma non lo diciamo troppo in giro o ci prendono per pazze!!!
RispondiEliminabaci
Sandra
quanto mi piace passare da te, si respira profumo di buono!!!!!!! ti abbraccio forte Lory
RispondiEliminaciao Silvia, bellissima la tua torta complimenti, carinissima anche la confezione, si rimane legate ai ricordi con alcune ricette, un modo per ricordare le persone care, ciao grazie baci rosa, buon pomeriggio.)
RispondiEliminaIncantevole, delicato e dolce post...
RispondiEliminaCinzia
Bellissima la torta e tu coraggiosa ad accendere il forno!Baci,Rosetta
RispondiEliminaDeve essere ottima la tua crostata, dall'abbinamento vaniglia e marmellata ottimo e la confezione unica, particolare, la tua nonna ti ha trasmesso i suoi saperi che vanno scomparendo, complimenti, a presto, Imma...
RispondiEliminaChe bel ricordo la madia della nonna, anche la mia aveva una credenza verde e li conservava i semplici cibi di una volta, la tua crostata nel fagotto,è semplicemente stupenda.
RispondiEliminaBaci baci
Marina
Sono ricordi che non scorderemo mai....
RispondiEliminati abbraccio Sara